mercoledì 17 settembre 2014

TUTTO QUELLO CHE SAI È FALSO

LESTOrie. In diretta dal Lestobunker

TUTTO QUELLO CHE SAI È FALSO


Aficionados carissimi, 
eccoci ancora una volta in diretta dal lestobunker, unico blog scritto e lanciato sul web da centinaia e centinaia di chilometri sottoterra. 
Come ve la passate? Noi un po' nel caos, visto che - come già annunciato nel post del lunedì, c'è aria di cambiamenti e novità qui nel bunker. Quindi, presi dal lavoro per dare nuova veste al blog, siamo in una confusione generale molto simile a quella dei primi giorni di vita del lestobunker, due mesi or sono (due mesi li compiamo lunedì, vedete di ricordarvi di farci gli auguri). 

Detto questo, di che si ragiona oggi? 
Come il titolo del post suggerisce, si parlerà di panzane che passano per vere mentre in realtà sono minchiate assurde e assolute. E per dare un minimo di spessore culturale a questa pagina del mercoledì - dove di solito il livello è basso che più basso non si può, intendiamo discorrere di falsi storici, vale a dire tutte quelle cose (frasi, anedotti e via dicendo), che nel corso dei secoli e dei decenni si sono - chissà perché - stratificate nel sentire e nel pensare popolare da essere considerate verità assolute, a volte addirittura diventando proverbi e modi di dire. 
Il campo, manco a dirlo, è sterminato anzicheno. Noi, come al solito, abbiamo selezionato le nostre preferite... perciò, bandiamo le inutili ciance e diamo il via alle danze... 

I CROISSANTS di MARIA ANTONIETTA
Iniziamo col classico dei classici. 
Essendo, io sottoscritto lestoscrivente, com'è noto ai più, folle esegeta della Rivoluzione Francese, è superfluo dire e/o scrivere quanto detesti l'ultima regina di Francia, l'austriaca Maria Antonietta. 

Però, visto che quel che è giusto è giusto e che tocca sempre dare a Cesare quel che è di Cesare, è necessario dire che Maria Antonietta fece centinaia di cazzate in vita sua, ma quella sciagurata e celeberrima frase Se il popolo non ha più pane, che mangi brioches! non l'ha davvero mai pronunciata. 
La storiella dei croissants è riportata dl filosofo Jean Jacques Rousseau nelle Confessioni, dove è attribuita ad una anonima principessa (che però non può essere Maria Antonietta, visto che l'episodio di Rousseau risale al 1741, mentre la futura regina di Francia nacque nel 1755). Probabilmente l'aneddoto fu inventato dallo stesso Rousseau, che lo usò a scopo "pedagogico", per dimostrare l'insensibilità dell'aristocrazia nei confronti delle sofferenze del popolo. E, successivamente, in piena rivoluzione, fu usato dai detrattori della regina per screditarla ulteriormente. 

LA BUFALA DELLA CINTURA DI CASTITA' 
Da secoli ci raccontano che nel Medio Evo gli uomini che partivano per le Crociate, o per altre guerre, oppure che dovevano assentarsi per lunghi periodi da casa, mettevano alle loro consorti la cosiddetta "cintura di castità", un trabiccolo che le impediva di avere rapporti sessuali e ne assicurava la fedeltà al marito. Ovviamente, gli uomini, si portavano via la chiave. 
Stronzate. La maggior parte delle cinture di castità sono state realizzate nel corso dell'Ottocento, sono APRIBILI e riportano incise al loro interno frasi sconce. 
Conclusione: erano l'esatto contrario di una cintura di castità.... sì, avete capito bene, venivano usate per giochi erotici... le antenate della frusta e delle manette... 

LE COSTOLE DI D'ANNUNZIO
Chi a scuola non ha mai detto o sentito dire che il poeta D'Annunzio si sia fatto togliere due costole per praticarsi autofellatio? Nessuno. 
Eppure, è storia priva di fondamento. Non tanto riguardo a D'Annunzio, quanto all'umanità intera. Infatti, chiunque si privi di una o due costole, non riuscirà comunque a praticarsi da solo sesso orale. Scientificamente provato. (non rifatelo a casa, eh... )

I 7 RE DI ROMA
Siamo cresciuti, a scuola e non, con l'idea che Roma, dalla sua fondazione all'avvento della Repubblica, sia stata governata da sette Re. 
Falso, falsissimo. "Sette" è un numero puramente simbolico, la cui origine - forse, va attribuita alla coincidenza col numero dei colli su cui è stata fondata la città (che infatti originariamente si chiamava "Settimonzio"). 
La veridicità storica dei sette Re è smentita da almeno tre dati indiscutibili: 
1) Le fonti più attendibili, citano sempre i nomi di OTTO RE, uno dei quali non è menzionato dalla leggenda. Si tratta del sabino Tito Tazio che regnò almeno per cinque anni (750-745 a.c.), probabilmente in co-reggenza con lo stesso Romolo. Infatti, il celebre episodio del "ratto delle Sabine", si chiude con la pace e l'alleanza tra i due popoli, che andarono a costituire una sorta di "stato federato" (i tre nomi dei re successivi a Romolo elencati dalla tradizione sono infatti nomi di origine sabina). Se su Tito Tazio è calato il silenzio, è stato probabilmente per non oscurare la leggenda del fondatore Romolo. 
2) Furono anche più di otto, con ogni probabilità, visto che il periodo monarchico, a Roma, dura oltre due secoli. 
3) Gli ultimi tre Re di Roma indicati dalla tradizione non erano né romani, né sabini, né latini. Erano ETRUSCHI, perché Roma per un lungo periodo fu posta sotto il dominio etrusco. Tullio Ostilio, Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo non furono quindi re romani. 

CHI HA ROTTO IL NASO DELLA SFINGE?
Da secoli si racconta che fu l'Armata Napoleonica, durante la celebre battaglia delle Piramidi del 1797, a distruggere il naso della celebre Sfinge. 
Falso pure questo. Non si sia chi sia stato a compiere il misfatto, di certo non l'armata francese, visto che le prime immagini della Sfinge senza naso risalgono a sessant'anni prima, esattamente al 1737... 

LEONARDO NON ANDAVA IN BICICLETTA
Comunemente si sostiene che sia stato Leonardo da Vinci, con un disegno nel famoso "Codice Atlantico", a inventare la bicicletta con secoli di anticipo sull'effettivo brevetto del più famoso mezzo a pedali. 
Il disegno in questione in effetti, mostra proprio una bicicletta, con tanto di catena e pedali. 
Ma gli studiosi più accreditati dell'opera di Leonardo, sono concordi nel non attribuire quel disegno alla mano di Leonardo, né a quella di uno dei suoi allievi. 
Con ogni probabilità, visto l'esame del tratto e confrontato con gli altri del Codice Atlantico, il disegno della bicicletta è di almeno tre secoli più tardo rispetto al resto del Codice... vale a dire che è stato aggiunto in pieno '800, quando cioè la bicicletta era già stata inventata. 

NON ESISTEVANO STREGHE NEL MEDIOEVO
Altra panzana clamorosa è quella secondo cui nel medioevo "si bruciavano le streghe". 
Cazzata. Nei cosiddetti "secoli bui" il rogo era utilizzato per gli eretici, cioè per tutti coloro che deviavano dalle linee maestre dettate dalla chiesa ufficiali, e che soprattutto proponevano una interpretazione diversa delle Sacre Scritture. 
Non risultano processi per stregoneria. 
Questi iniziarono soltanto a partire dai primi decenni del 1.400, per poi diventare implacabili nel '500 e nel '600, in pieno clima di Controriforma Cattolica (secoli in cui effettivamente, oltre 3 milioni di donne furono mandate al rogo per stregoneria). Quindi in piena età moderna, non nel medioevo. 

IL FINE "NON" GIUSTIFICA I MEZZI
Chi ha detto "il fine giustifica i mezzi"?
Machiavelli, ovviamente. 
No, falso, falsissimo. Machiavelli non ha mai detto né scritto questa frase. 
Si tratta esclusivamente di una sintesi, tra l'altro frettolosa, superficiale e sostanzialmente errata, del pensiero politico di Machiavelli. 

BUDDHA ERA EMACIATO
L'icona più popolare e più diffusa nel mondo del Buddha (l'illuminato) è quella di un sereno, sorridente e gaudente ciccione. Un immenso, colossale ciccione. 
Eppure Buddha, appellativo del principe Siddharta, realmente esistito e fondatore del buddismo, che passò gran parte della sua esistenza in estenuanti e terribili digiuni, era magrissimo, addirittura emaciato (a dimostrarlo sono moltissime raffigurazioni "fondate"). 
Il Buddha grasso è in realtà la raffigurazione cinese di Budai, monaco che visse per anni nella più piena abbondanza per poi convertirsi al buddismo e diffondere la dottrina in tutta la Cina. 
Siccome è proprio dalla Cina che il buddismo si è poi diffuso nel resto del mondo, l'immagine di Budai, e non di Siddharta, è quella più celebre. 

MA PERCHE' UNA MELA????
Eva tentò Adamo offrendogli una mela. 
Questa la sappiamo tutti, dalla nascita. Eppure pure questa è falsa, falsissima. 
Nella Bibbia, libro della Genesi, c'è scritto: "Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile [...] prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito".
Si parla genericamente di un "albero" e di un "frutto". Non si specifica quale. Anzi, l'ipotesi più accreditata da filologi biblici e da teologi, è che si trattasse di un fico, visto che successivamente, resisi conto di essere nudi e vergognandosi, Adamo ed Eva si coprono con foglie di fico. 
La storia della "mela" ha origini medievali, e deriva dalla confusione generata da un'assonanza latina, lingua in cui con il termine "malum" si indica sia "il male" sia "la mela". 
Ma tant'è, la mela, oltre a togliere il medico di torno se ne mangi una al giorno, è diventata un simbolo assoluto della tentazione di Eva, al punto che pure in anatomia si parla di "pomo di Adamo... ". 

E con questo, anche per oggi, è veramente tutto...
Alla prossima!
IL LESTO

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