lunedì 15 settembre 2014

il LestEditoriale. I BEI TEMPI IN CUI ALLA FESTA DELL'UNITA' C'ERANO I MISSINI

il LestEditoriale

I BEI TEMPI IN CUI ALLA FESTA DELL'UNITA' 
C'ERANO I MISSINI


Buon 15 settembre a tutti, aficionados cari, e senza bisogno di aspettare l'equinozio, vi diciamo pure buon autunno. 
Oggi infatti, inutile far finta, è più autunno che mai. Oltre a essere lunedì, ricomincia pure la scuola, segno atavico e inequivocabile di come l'estate sia finita sul serio.  

Allora, a proposito di autunno, diamo intanto alcune comunicazioni di servizio di varia importanza. 
Prima di tutto, il blog resterà così com'è per altre due settimane. Poi, cambierà, nella forma e nella sostanza. A partire da lunedì 29 settembre ci saranno grandi novità, alcuni spazi e alcune rubriche se ne andranno in letargo e saranno sostituiti da altri.
Ma non vi sveliamo tutto subito: per i dettagli, saremo più chiari nei prossimi giorni. 
Seconda comunicazione: cambia da oggi l'orario indicativo di pubblicazione del post del giorno. Se fino adesso, eccezioni a parte, pubblicavamo prevalentemente in mattinata (tra le 10 e le 12, di solito), da oggi - visto che per un tragico errore ministeriale il sottoscritto lestoscrivente è socialmente indicato come 'docente' e da oggi la mattina deve abbandonare il lestobunker - pubblicheremo prevalentemente nel pomeriggio.

Continuando sulla falsariga dell'autunno, che dire di questa strana stagione amatodiata, fatta di ricordi e rimpianti e buoni propositi?
Personalmente, oltre l'inizio della scuola, l'immagine che più di ogni altra mi richiama la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno è il lento ma inesorabile smobilitare degli stand delle sagre e delle feste estive. 
Le feste, già.
Una volta c'era la Festa de l'Unità, qualcuno se la ricorda? Con gli stand dei libri alternativi, quelli usati della casa editrice Savelli, con il banco della gastronomia romagnola, con il dibattito all'ora dell'aperitivo e con i volontari che ci prendevano le ferie.
Oggi non c'è più, la Festa de l'Unità. Anzi no, c'è ancora, pure se non c'è più il PCI e non ci sono nemmeno i DS. Soprattutto non c'è più nemmeno il quotidiano l'Unità, però la festa c'è ancora. Si tratta della festa del PD, che però si chiama pure Festa Democratica, ma qualcuno la chiama Festa de l'Unità perché sembra che dal punto di vista del marketing tiri più gente. 
Boh... fatto sta che sta Festa de l'Unità Democratica o Festa Democratica de l'Unità con la vecchia Festa de l'Unità c'entra poco. Anzi nulla. 
Non che negli ultimi tempi, e intendo per ultimi tempi gli ultimi anni di esistenza della Festa de l'Unità vera, quando ancora non c'era il PD per capirci, le cose andassero meglio. 
Anzi. A Firenze ad esempio, le ultime edizioni della Festa de l'Unità dell'era ante PD, si svolgevano alla Fortezza da Basso. E più che una Festa de l'Unità sembrava un megastore estivo per villeggianti a Viareggio. All'ultimo piano della Fortezza c'erano pure le cow girls che facevano la lap dance. 
Magari erano solo dettagli, ma a me inquietavano e mi davano l'idea inequivocabile di come fossimo ormai nella merda senza possibilità di salvezza. 

Poi arrivò l'estate del 2004. 
Una sera dei primi di agosto, durante la Festa de l'Unità, alla sala dell'Arsenale, alla Fortezza, si svolse un mega dibattito sul G8, cui oltre vari esponenti del mondo della politica e dell'informazione, furono chiamati a intervenire anche gli artisti. Pure io, come autore dello spettacolo Con il tuo sasso e pure lo scrittore Stefano Tassinari, autore del romanzo I segni sulla pelle, ambientato appunto nei giorni del G8 genovese. 
Prima del dibattito ci mangiammo tutti insieme una pizza. Poi, andando verso l'Arsenale, io, Tassinari e la sua compagna ci fermammo per prendere un'altra birra. 
"Tre chiare medie", disse Tassinari al ragazzo che stava allo spinatore. 
"12 euro", rispose il ragazzo dopo averci fatto le tre medie. 
"Cazzo compagno", fece Tassinari, "alla Festa de l'Unità tre birre 12 euro???". 
E il ragazzo, senza batter ciglio, rispose: "Ah io, compagno, manco per nulla... ", e così dicendo ci spiattellò davanti la tessera di Alleanza Nazionale. 
Chiaro. Una volta c'era la Festa de l'Unità e c'erano i volontari, quelli che ci prendevano le ferie. E i volontari, già nel 2004, non c'erano più. Semplicemente, i DS affittavano gli spazi della Fortezza ai ristoratori del centro, che prendevano porzioni di Festa de l'Unità in appalto. E chi se ne frega se poi erano missini... 
Eravamo nella merda insomma, fino al collo e senza possibilità di salvezza. 

Oggi, che c'è la Festa Democratica de l'Unità o la Festa de l'Unità Democratica e in ogni caso non si capisce più un cazzo di che razza di festa sia, a Firenze la location è diventata il parco della Cascine. 
Non ci sono le cow girls e non c'è la lap dance. Pare non ci siano nemmeno gli ex missini e gli ex AN (o, se ci sono, non te lo vengono a dire). 
Non c'è niente. Ma proprio niente. Bancarelle, negozi, ristoranti. Punto. 
L'area dibattiti, è vuota. Si riempie solo quando arriva il big, la Maria Elena Boschi di turno per fare i selfie. 
C'è pure uno "Spazio Cultura", ma nemmeno lì c'è nulla. Solo uno spazio di sette - otto metri d'asfalto completamente vuoti. 
Il nulla. Molto oltre la merda, insomma... 
E mi tocca rimpiangere i bei tempi in cui mi toccava incazzarmi coi missini che usurpavano gli spazi... 

Alla prossima,
IL LESTO

contatti: lestiniriccardo@gmail.com


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