lunedì 22 settembre 2014

il LestEditoriale. UNA PASSEGGIATA A FIRENZE, ALL'ALBA

il LestEditoriale

UNA PASSEGGIATA A FIRENZE, ALL'ALBA

ATTENZIONE!! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Dalla prossima settimana (lunedì 29 settembre), il blog avrà una nuova veste, una nuova struttura e nuove rubriche quotidiane. Questa è quindi l'ultima settimana con la consueta programmazione.

Aficionados carissimi,
come già annunciato qua e là nei giorni scorsi e come avete appena letto nella comunicazione di servizio qui sopra, qui nel lestobunker, centinaia e centinaia di chilometri sottoterra, ci apprestiamo a salutare l'estate e a tuffarci nel lungo autunno/inverno con un blog completamente rinnovato e ristrutturato, la cui veste è ormai quasi pronta  e definita. 
Ma siamo sadici, ci piacciono le attese/soprese e perciò per sapere nei minimi dettagli come e dove cambia, vi rimandiamo all'editoriale di lunedì prossimo. 

Nel frattempo oggi sembra sia proprio il 22 settembre, il che vuol dire che il nostro blog giornale o blog rivista che dir si voglia compie la bellezza di DUE MESI. 
Due mesi in cui vi abbiamo fatto compagnia quotidianamente parlando di questo e di quello (ma anche di quest'altro e di quell'altro), oltre 60 post e la bellezza di oltre 10mila e 700 contatti. 
Sinceramente, non ci aspettavamo così tanto. La speranza è che la nuova veste del blog vi piaccia almeno quanto questa qua. Staremo a vedere. 

Venendo invece a noi, cioè a oggi, presi come siamo dalla costruzione delle nuove rubriche del blog, tanto tempo per pescare e scovare discorsi curiosi e particolari per l'editoriale del lunedì non ce l'abbiamo avuto. Perciò, invece di rimediare un argomento dell'ultimo secondo e tranciarlo via in quattro righe senza arte né parte, oggi s'è deciso di raccontarvi una cosa minima e quotidiana. Però bellissima anzicheno, almeno a nostro avviso. 

Da quando è ricominciata la scuola, come sapete, il sottoscritto lestoscrivente abbandona il lestobunker la mattina presto (molto presto) per poi farci ritorno all'ora di pranzo o giù di lì.
E come spesso accade a uno sbattimento (alzarsi presto dal letto) si sposa un privilegio.
Un privilegio che in questo caso è davvero immenso e incalcolabile. 
Il privilegio di vedere un'altra Firenze, strana e sconosciuta. 


Firenze è una piccola città, senz'altro, di quelle che si definiscono "vivibili", "a misura d'uomo". Ma le strade del centro, per il continuo e incessante afflusso di turisti, sono sempre piene e imbottigliate, 365 giorni l'anno, quasi ventiquattr'ore al giorno. 
Quasi, appunto. 
All'alba no. Tra le 6 e le 7 del mattino c'è uno strano silenzio, un deserto irreale. 
Santa Croce è vuota, non ci sono nemmeno i vigili e i tassisti. I furgoncini del lavaggio delle strade sono già passati, verso le 5, lasciando a terra sentieri d'acqua che si asciugheranno alla comparsa del primo sole. C'è solo Dante, il suo sguardo severo, e la facciata della cattedrale, che a quest'ora sembra ancora più grande e imponente. Pure la scalinata sembra raddoppiata. 
Magari passa un autobus, il 14 o il 23, per via Verdi, a squarciare il silenzio per un attimo. Per un attimo, perché pure il bus è irreale: va spedito come non mai, ed è vuoto. Un bus fantasma. 

In via dei Neri magari incontri qualche reduce della notte di festa, gruppi di ragazzi stranieri stravaccati a terra attorno al Kebab che non chiude mai. Strascicano e smozzicano parole, magari sono studenti Erasmus e quindi nell'aria viaggiano tutte le lingue del mondo dette a mezza voce, in un soffio. 
Si apre qualche portone, quello prende la bicicletta, l'altro va in garage a prendere la macchina. Come me, iniziano la giornata, e forse come me hanno addosso questa strana sensazione euforica di avere tre quarti d'ora di vantaggio sul resto del mondo, che si sta svegliando in questo momento. 

Anche gli Uffizi, come e più di Santa Croce, sono vuoti. 
Ma il tuo orecchio e il tuo occhio non lo accettano, e allora ti sembra ugualmente di sentire e vedere il casino brulicante del resto del giorno, le orde di turisti, le guide, le carrozze dei vetturini, i caricaturisti, i musicisti, gli artisti di strada, la fila assurda per entrare al museo. 
Vedi e senti tutto anche se non c'è nessuno, come tanti fantasmi invisibili e danzanti. 

Piazza Signoria è tua, a quest'ora.
Ti chiama, ti invita, ti tenta. Vorresti sederti lì, al centro della piazza, farti schiacciare dalla torre di Palazzo Vecchio e farti rapire dal Perseo della Loggia de' Lanzi. 

Quando ti avvicini a Santa Maria Novella, passando per San Lorenzo, ci sono scorci in cui la vita è già iniziata. Phone Center e Internet Point già aperti, pieni di immigrati che telefonano ai cari a quest'ora per via del fuso orario. A volte senti urla di gioia, e ti perdi a chiedere quale meraviglia possa essere mai accaduta. 
Ci sono i rumori delle ruote dei banchi del mercato che scivolano sui sanpietrini, bar dove è già uno sbatacchio di tazze, tazzine e bicchieri. 

Arrivi in piazza Santa Maria Novella ed è di nuovo deserto assoluto. 
Solo il rumore degli uccelli, a volte altissimo, quasi assordante, che pare d'essere in un irreale altrove. 
E forse ci sei davvero, nell'irreale. 
E capisci perché la ami così tanto, questa città.
Sì, proprio bella Firenze all'alba. 

Alla prossima,
IL LESTO 

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