martedì 30 settembre 2014

AMAZON E IL COSTO DELLA CULTURA

LestOpinioni

AMAZON E IL COSTO DELLA CULTURA

Premessa indispensabile: scrivo questo articolo da scrittore, vale a dire con un punto di vista interno e, di conseguenza, interessato e partecipe. 

In questi giorni è in atto una vera e propria guerra tra il "colosso" del mercato librario on line, Amazon, e le case editrici.

Oggetto della contesa: il prezzo dei libri. 
Su Amazon, come in altre librerie on line, il libro - dalle nuove uscite ai titoli di catalogo - costano generalmente meno. Recentemente la politica di vendita di Amazon ha proposto ulteriori abbassamenti di prezzo, così consistenti da provocare una reazione assolutamente barricadera da parte di editori (Hachette in prima linea) e illustri scrittori (Pamuk, Roth, Kundera tanto per dirne alcuni).
Una strategia di vendita, quella di Amazon, definita da strozzinaggio, che va a rendere pressoché nulli gli introiti delle case editrici. 

Il discorso è ampio e complesso, inesuaribile nello spazio di un articolo. Proviamo tuttavia a mettere in fila alcune necessarie e fondamentali considerazioni, nella speranza, come già accaduto in passato, di dare il via a un costruttivo dibattito e scambio di opinioni. 

1. Il sottoscritto è, nella sostanza, completamente d'accordo con gli editori e con gli scrittori firmatari della petizione anti-Amazon per frenare l'ulteriore abbattimento dei costi del libro, fermamente convinto che simili politiche siano il certificato definitivo di morte di un mercato, librario e culturale in genere, già agonizzante a livello mondiale. 

2. I libri, nonostante la crisi economica che ci troviamo a vivere da anni, non sono affatto cari. In proporzione un libro costa meno, molto meno, di un film al cinema. 
Un romanzo in edizione economica, costa in media 10-12 euro, mentre in prima edizione raggiunge al massimo, se ha un numero di pagine elevato, i 22 euro. 
Un film al cinema, a prezzo pieno, costa 8 euro, ma non ha nulla a che vedere con l'unicità dell'oggetto libro. Nel senso, negli 8 euro di cinema io pago la visione, comprando il libro io pago anche la proprietà
Se il prezzo dei libri ci sembra elevato, non è per la crisi, ma solo ed esclusivamente perché la nostra società ha completamente sminuito e distrutto il valore dell'oggetto libro in quanto tale. 
Tradotto: il costo lo percepiamo sproporzionato perché, socialmente, non attribuiamo più al libro alcun valore. 

3. Un altro vizio, diciamo così, sociale, che ci porta a non riconoscere il reale valore del libro, è l'idea, antica e terrificante, che lo scrittore, e l'artista in genere, non lavori
Non riusciamo cioè ad associare l'idea della creatività alla fatica. 
Nel centro di qualsiasi città, paghiamo senza battere ciglio 10 euro per un aperitivo. Un libro a 15 euro ci sembra invece un'eresia. 
Quanto lavoro costa fare un libro? Dalla sua stesura alla correzione delle bozze, dal piano editoriale alla sua promozione sul mercato? 
Ce lo siamo mai chiesti? 
Se lo sapessimo, forse ci renderemmo conto che i prezzi sono già bassi di per sé.

4. Amazon e altre librerie on line, svolgono un lavoro importante. Ma non possono diventare il principale fulcro del mercato librario. Sarebbe, ripetiamo, la morte definitiva dell'intero settore. 
Amazon e siti affini sono indispensabili per libri di difficile reperimento, fuori catalogo e simili, nonché per case editrici medie e piccole che nelle grandi librerie e nei circuiti standard hanno difficoltà a reperire spazio. 
Ma la concorrenza sleale sui prezzi delle prime edizioni, può avere come unica conseguenza il collasso definitivo dell'editoria. 
Se un libro viene venduto senza generare guadagno per l'editore, vuol dire che l'editore non avrà più soldi per stampare altri libri. 
E se non ci sono più editori, non ci saranno nemmeno più autori. E nemmeno più libri. 

5. Intanto, le librerie chiudono quotidianamente. 
Le piccole librerie stanno sparendo, quelle grandi o resistono agonizzando oppure si reinventano come megastore che con la vendita di libri hanno ben poco a che fare. 
Le case editrici medie e piccole, strozzate dagli e-book, dal print on demand, e dalla politica di Amazon, stampano sempre meno libri all'anno, licenziano personale, hanno conti sempre più in rosso e sempre più spesso sono costrette a chiudere i battenti. 

Non abbiamo la pretesa di lanciare strali apocalittici sulla centralità dei libri nell'esistenza degli esseri umani. 
Di certo, un mondo senza libri ci evoca immagini sinistre di agghiaccianti pretese totalitarie di cui non vorremmo più sentire parlare. 
Oppure, come direbbe un nostro amico poeta che vive da anni in un silenzioso isolamento tra la nebbia della campagna di Pavia, un mondo fatto di soli libri sarebbe triste... ma un mondo senza libri sarebbe ancora più triste... 

E voi, come la pensate? 

Alla prossima,
il lesto 

lunedì 29 settembre 2014

il LestEditoriale. BLOG COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO

il LestEditoriale

BLOG COLLEZIONE AUTUNNO-INVERNO 

Aficionados y neofitos,
RI-benvenuti a tutti!!! 
Ri-benvenuti nel blog-rivista o blog-giornale che dir si voglia IL LESTO, libero spazio di Resistenza Umana Permanente scritto a centinaia e centinaia di chilometri sottoterra, nel lestobunker appunto, dove ci siamo rintanati in volontario autoesilio dal resto del mondo. 

IL LESTO, come vedete, da oggi cambia forma e aspetto, e anche molti contenuti. Entra, diciamo così, nella versione autunno-inverno
Nella speranza che questa "nuova" versione vi piaccia almeno quanto quella passate e che continuiate a seguirci sempre così numerosi, oggi vi presentiamo nel dettaglio la nuova programmazione del blog

Per la prima parte della settimana, tutto resta sostanzialmente come prima. 

Il lunedì consueto appuntamento con il lestEditoriale, spazio vario e multiforme, dove si fa un po' il punto della situazione sull'andamento del blog, sull'andamento del mondo che abbiamo abbandonato e dove sostanzialmente si scrive quel che ci viene in mente sul momento. 

Il martedì si prosegue con la finestra di politica e attualità di LestOpinioni
Anche il mercoledì resta immutato con l'appuntamento di LESTOrie, in diretta dal lestobunker, rubrica tradizionalmente dedicata a quisquille e pinzillacchere, stronzate varie che peschiamo nell'oceano sterminato delle follie che abitano il pianeta terra. 
Una rubrica però, quella del mercoledì, che andrà avanti soltanto fino a tutto ottobre. Dalla prima settimana di novembre, si cambia musica. 
E a tempo debito, vi diremo come e con cosa. 

Nella seconda parte della settimana, il blog è invece tutto nuovo
Si parte con il giovedì con un progetto ambiziosissimo. Tutte le settimane vi racconteremo, con un capitolo ogni giovedì, la storia della letteratura italiana così come nessuno ve l'ha mai raccontata, con lo spazio intitolato Lezioni Minime
Lo spazio vi terrà compagnia per ventisei settimane, nel corso delle quali, capitolo dopo capitolo, in maniera sempre più insolita&divertente&irriverente, vi racconteremo la letteratura delle origini, dai primi del duecento passando per Dante fino ad arrivare a Petrarca e Boccaccio. 
Questo giovedì, 2 ottobre, si parte con il Primo Capitolo dedicato a come i giullari inventarono la letteratura italiana. 

Il venerdì invece, via allo spazio Il Lesto racconta, dedicato a piccole/grandi biografie, episodi storici o di cronaca, ogni volta raccontati in più settimane e sotto un'ottica sempre diversa. 
La prima storia che vi racconteremo è la biografia di Jim Morrison, I segreti di Jim, dove faremo finalmente piazza pulita di tutti i presunti misteri e di tutte le false credenze che circolano intorno alla figura del grande poeta/cantante. 
La biografia di Jim occuperà tutti i venerdì da qui fino a Natale. Dopo, anno nuovo, Il Lesto racconta passerà a raccontare altro, su cui vi informeremo ovviamente a tempo debito. 

Anche sabato grandi novità. Da questa settimana Atlantide, uno spazio dedicato alla (ri)scoperta di luoghi sommersi, vie, piazze, quartieri, città intere che un tempo c'erano e oggi, per qualche motivo, non ci sono più. 
Questo sabato, prima puntata, vi porteremo a scoprire il mitico quartiere di Baldracca, storico e leggendario cuore pulsante della città di Firenze e poi scomparso alla fine del XVI secolo. 
Atlantide vi terrà compagnia tutti i sabato, ogni settimana con un luogo diverso, fino a Natale. 

Infine, la domenica. Si prosegue in teoria con il Diario della domenica, ma in pratica anche questo spazio subisce mutamenti sostanziali. 
Da questa domenica diventa il diario dello studente fuorisede, in cui si raccontano tutte le peripezie tragicomiche degli universitari che studiano lontano da casa. 

E con questo ci sembra di avervi detto proprio tutto. 
Ve lo diciamo sempre, ma stavolta lo facciamo in maniera più accorata: commentate, scriveteci, fateci sapere cosa ne pensate di queste nuove rubriche! L'indirizzo è sempre quello: lestiniriccardo@gmail.com

Hasta luego, amigos!!! 

il lesto



domenica 28 settembre 2014

LA MAGA E L'INSEMINATORE

Diario della Domenica

LA MAGA E L'INSEMINATORE 

ATTENZIONE! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO!! Da domani, lunedì 29 settembre, il blog avrà una veste nuova e nuove rubriche settimanali. 
Questa è l'ULTIMA PUNTATA del Diario della Domenica. Da domenica prossima una nuova versione delle mie sventure esistenziali!! 


Tempo fa aficionados, in questo stesso intimissimo&disperatissimo spazio domenicale, vi narrai d'una suprema figura di merda fatta dal sottoscritto lestoscrivente in età giovanile anzicheno. 
Oggi, per l'ultima puntata del Diario della Domenica vecchia versione, ritorno sull'argomento FdM (Figure Di Merda), però spostando lo spettro cronologico. 
Se infatti avevo parlato di sFdM (Suprema Figura di Merda), oggi vi conterò della iFdM (Imperdonabile Figura di Merda), Imperdonabile perché fatta in età molto adulta, senza alibi né scusanti per la leggerezza e l'incoscienza giovanili. 

Dunque, primavera 2010, sottoscritto lestoscrivente abbondantemente trentatrenne. 
Gita a Verona, sottoscritto lestoscrivente abbondantemente nella veste di professore accompagnatore. 
Splendida gita, pomeriggio passato tra una mostra di impressionisti e l'immancabile balcone di Giulietta, rientro in albergo costeggiando l'Arena, poi cena. 
Per il dopocena si vaga un po' a caso e senza alcuna idea precisa sul da farsi, in una Verona nebbiosa e deserta. 
Alla fine ci infiliamo in un localaccio del centro dove c'è un terrificante e pericolosissimo karaoke (nonché una pericolosissima e terrificante comitiva tedesca). 
I professori, cioè il sottoscritto lestoscrivente e altre tre colleghe, vengono ovviamente incitati a esibirsi nel karaoke. Ci provano, ci proviamo: i risultati sono osceni e imbarazzanti. Ma non è questa la Figura di Merda. 
Il sottoscritto lestoscrivente, proprio per sfuggire a ulteriori figure di merda e sottrarsi al karaoke, pensa bene di approfittare di un momento di distrazione generale della combriccola studentesca per sgusciare fuori dal locale e fumarsi un paio di sigarette nella nebbia veronese. 

Errore tragico e fatale. 

Fuori dal localaccio non c'è nessuno, fatta eccezione per una tizia di circa cinquant'anni, palesemente ubriaca marcia, che parla e straparla (in francese) con un tipo dallo strano cappello, ubriaco pure lui, che non pare starla molto a sentire. Anzi, il tipo sembra prossimo al collasso, mentre lei imperterrita continua a parlare a macchinetta. 
A un certo punto la tizia inizia a fissarmi. Sempre più insistentemente. 
E' inquietante. Talmente inquietante che spengo la sigaretta prima del tempo e decido di rientrare. Meglio gli studenti che mi incitano al karaoke piuttosto che una pazza dagli occhi omicidi. 
Ma proprio mentre sto per rientrare la tizia mi blocca, puntandomi contro l'indice ed esclamando: 
"Tu! Sei un artista, vero?"
Seguono dieci minuti di dialogo surreale, dove io cerco di spiegarle che sì, più o meno sono un artista, scrivo, e con lei che mi invita a scrivere senza troppi pensieri il libro che ho in testa, e mentre me lo dice mima il rumore dei fogli che escono dalla stampante. 
"Sarà un successo", conclude, riferendosi ovviamente al libro. 
Lei non sbaglia mai, dice. Del resto, aggiunge, è una maga, la Maga Jo, puntualizza. 

La Maga Jo allora passa a dimostrarmi alcune sue proprietà mistiche e divinatorie, ciancicando cose confuse sul mio passato. 
Io sono così stordito che quasi mi sembra abbia ragione, e non oppongo resistenza nemmeno quando mi costringe a segnare il suo numero di telefono sotto il nome di Maga Jo. 
Quando ho finito di segnare il numero, lei dice: "poi mi chiamerai e mi dirai se ho ragione... sarà maschio..."
"Sarà maschio?", chiedo io sempre più confuso. 
"Sì, maschio, gli vedo il PISTOLINO", dice la maga Jo mimando con le dita un minuscolo pisello. 
Ora è chiaro. Mi sta dicendo che avrò un figlio e sarà maschio. 
"Conta cinque mesi da oggi", aggiunge, "e sarà maschio, vedo il pistolino... "
Conto cinque mesi: aprile, maggio, giugno, luglio... agosto. 
Secondo la Maga Jo ad agosto saprò di diventare padre. 
"Be' mi piacerebbe", dico io, "ma mi pare un po' difficile... per diventare padre ci vuole pure una donna... che so, una compagna... sono pure single... "
La Maga Jo a quel punto si alza, con gli occhi colimi di compassione e comprensione. 
Mi abbraccia. 
Mi batte affettuosamente sulle spalle pacche di incoraggiamento, schiacciandomi la faccia sul suo petto. 

"Non ti preoccupare", mi dice tenendomi stretto, "TU SEI UN INSEMINATORE". 

E proprio mentre sta dicendo SEI UN INSEMINATORE, ecco che la porta del locale si apre, ed escono i miei studenti. 
Che mi vedono lì, abbracciato a una cinquantenne forse francese, sbronza e sedicente maga che mi dà dell'INSEMINATORE... 

E vai così... 
Vai... Figure di Merda tutta la vita....

A presto,
IL LESTO

Nelle precedenti puntate de Il Diario della Domenica: 

Il mistero della stazione fantasma
 
 
Chi sono le donne che vanno da sole in spiaggia a settembre  

Cosa succede in un bar fiorentino gestito da un maniaco sessuale
 

L'incontro più imbarazzante fatto dal sottoscritto lestoscrivente
 

La figura di merda più assoluta della vita del sottoscritto lestoscrivente
 

Come la polizia ferroviaria perseguita il sottoscritto lestoscrivente
 

Perché gli sms hanno sempre un porno contenuto nascosto

sabato 27 settembre 2014

SCUSATE IL RITARDO (omaggio a Massimo Troisi)

LestoFilm

SCUSATE IL RITARDO
(omaggio a Massimo Troisi)

 
ATTENZIONE!! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Dalla prossima settimana (lunedì 29 settembre), il blog avrà una nuova veste, una nuova struttura e nuove rubriche quotidiane. Questa è quindi L'ULTIMA PUNTATA di LESTOFILM. 
La rubrica cinematografara va in letargo e tornerà nella prossima primavera. Grazie a tutti per averla seguita e commentata così numerosi... 
Da sabato prossimo, in questo spazio ATLANTIDE..., nuova rubrica dedicata ai luoghi scomparsi d'Italia... 

Aficionados antichi e recenti,
oggi è il giorno dei saluti anche per LestoFilm, la rubrica che da due mesi vi sta tenendo compagnia tutti i sabato ragionando di cinematografo. 
Vogliamo chiudere, prima di ritornare ovviamente in primavera, in un modo un po' diverso e inconsueto. 
Vent'anni fa, giugno 1994, se ne andava uno dei più grandi attori, italiani e non, di tutti i tempi, il grande Massimo Troisi. Ci piaceva omaggiarlo, ricordarlo in qualche modo. 
Ma noi, qui nel lestobunker, il bel Troisi lo amiamo alla follia, continua a mancarci da morire e le parole proprio non le troviamo. 
Di sicuro non troviamo quelle degne, appropriate. 
Come cavolo fai a parlare di un personaggio così immenso, inclassificabile, enorme, imprevedibile e unico come Troisi? 
Allora abbiamo deciso che invece di star qui a questionare sulle solite cose (lo scandalo per non avergli dato l'oscar, i riconoscimenti davvero importanti che ancora non arrivano, la poesia immensa racchiusa nel suo corpo e via dicendo), facciamo parlare le immagini, e vi postiamo un video che abbiamo fatto qualche anno fa, dedicato appunto allo splendido Massimo. 
Speriamo davvero vi piaccia. 
E lasciandovi in compagnia del video, vi salutiamo e vi diamo appuntamento alla prossima primavera. 

Per vederlo, cliccate qui: 

https://www.facebook.com/video.php?v=1554647306652&set=vb.1249287080&type=3&theater 

IL LESTO  

Nelle precedenti puntate di LestoFilm: 

Quando Pasolini andava a caccia di nuvole









 

venerdì 26 settembre 2014

LACRIME NON CE N'È MAI ABBASTANZA QUANDO VIEN SU LA SCOGLIONATURA

LestoLibri
 
LACRIME NON CE N'È MAI ABBASTANZA 
QUANDO VIEN SU LA SCOGLIONATURA 

ATTENZIONE!! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Dalla prossima settimana (lunedì 29 settembre), il blog avrà una nuova veste, una nuova struttura e nuove rubriche quotidiane. Questa è quindi L'ULTIMA PUNTATA di LESTOLIBRI. 
La rubrica letteraria va in letargo e tornerà nella prossima primavera. Grazie a tutti per averla seguita e commentata così numerosi... 
Da venerdì prossimo, in questo spazio IL LESTO RACCONTA..., nuova rubrica dedicata a biografie e storie realmente accadute... si prta con I SEGRETI DI JIM, tutta la verità su Jim Morrison!

Cari e adorati aficionados,
come già sapete o come avete già letto, oggi ci si congeda. Pure LestoLibri, come LestoNote, si piglia un bel po' di mesi di letargo per tornare in primavera. 
In questi due mesi in cui vi abbiamo fatto compagnia ogni venerdì, ci siamo dedicati a tanta letteratura americana (Fante, Carver, Bukowski, Yates), a personaggi sconosciuti che meritano tanto, ma tanto risalto (Russell), a scrittori italiani contemporanei da scoprire assolutamente (Jovine, Cavina, Boccardi) e pure al grande fumetto d'autore (Andrea Pazienza). 
Oggi si vuole chiudere e salutarvi con l'ennesima, folle e disperatissima mania del sottoscritto lestoscrivente, il gigantesco Pier Vittorio Tondelli e il suo sconvolgente libro d'esordio: Altri libertini

Come Andrea Pazienza, di cui abbiamo questionato sette giorni or sono, pure Tondelli proviene da quel gruppetto di artisti formatisi in quel meraviglioso ed esplosivo magma culturale della Bologna del movimento '77.
Emiliano, di Correggio, provincia di Reggio Emilia per la precisione, Tondelli sempre come il Paz di cui sopra se ne andò presto, prestissimo, nel 1991, ad appena trentasei anni, portato via dall'AIDS. 
Eppure, in questo tempo brevissimo, Tondelli riuscì non tanto a darci semplicemente bei romanzi e bei racconti, quanto a rivoluzionare la scrittura
Tondelli, non raro ma unico, è riuscito ad aggiornare il flusso di coscienza e il monologo interiore alla frenesia degli anni '80 e della nostra società contemporanea in genere. 
Cantore della provincia, della disperazione stinta di quei paesi e di quelle strade dove non accade mai nulla, dello smarrimento cosmico degli anni '80, dell'emarginazione e della diversità, con Altri libertini, sequestrato appena uscito per oscenità, ha sconvolto chiunque. 

Trattasi, Altri libertini appunto, di una raccolta di sei racconti lunghi. Sei racconti "roventi" nel senso più pieno del termine, strettamente connessi tra di loro per ambientazione (sempre l'Emilia, una maledetta Emilia che qui diventa emblema universale d'un inferno postmoderno di provincia), tematiche e rivoluzione stilistica. 

Il primo racconto, Postoristoro, è quasi neorealista. Ambientato in una stazione nelle stazioni notturne, ha per protagonisti prostitute, vagabondi, sbandati d'ogni sorta, tutti in attesa dell'avvento messianico d'uno spacciatore che li salvi da una "rota" collettiva e imminente. Una ricerca ossessiva e tragica di eroina (sottolineata dal ritmo ipnotico e travolgente - che non lo si può spiegare, ma si deve leggerlo per forza - della scrittura dell'autore) che si sposa meravigliosamente con la ricerca di affetto, di amore sincero, di cui ognuno di questi personaggi al limite, nella cornice nuda e agghiacciante della stazione di notte, sembra aver bisogno. 
L'amore e l'odio, la poesia e la brutalità: è nello sposare i contrasti che Tondelli diventa narratore insuperabile. 
La "ricerca", qualunque essa sia, è il vero leit motiv del libro. Come nel racconto che dà il titolo al libro, dove giovani studenti migrano continuamente da una piazza all'altra, da una città all'altra in cerca d'amore. O come in Mimi e istrioni, dove nell'asfissiante Correggio un gruppo di ragazze, soprannominate in modo spregiativo "le splash", con la creazione di una Radio Libera cercano la loro dimensione in un paese troppo piccolo per la loro ansia di vita. 

Sono eroi, i personaggi di questo strano e indimenticabile libro. Eroi certo decaduti, bislacchi, picareschi. E, soprattutto, senza armatura. Almeno Don Chisciotte ad affrontare i mulini a vento ci andava corazzato. Loro no, sono soli e indifesi in un mondo spietato. 

Un torrente linguistico di paratassi, neologismi e consapevoli sgrammaticure che trova il culmine nell'ultimo racconto, Autobahn, la migliore materializzazione dello spleen, dell'inquietudine contemporanea mai scritta. 
Basta l'incipit per capirlo: 

Lacrime, lacrime non ce n'è mai abbastanza quando vien su la scoglionatura... 

Altro non aggiungiamo.
Tranne che insistere ancora una volta e dirvi: LEGGETELO! 
Lo trovate in qualsiasi libreria, nelle edizioni economiche Feltrinelli, prezzo 11 euro. 

E adesso vi salutiamo, ringraziandovi ancora per tutte queste settimane d'attenzione. 
Arrivederci a primavera,
IL LESTO 




Nelle precedenti puntate di LestoLibri: 






Boccardi, "Vite minime"/ Cavina, "I frutti dimenticati"/ Jovine, "Radiazione" 

Scrittori italiani sotto processo

 

giovedì 25 settembre 2014

SE MI INNAMORO VI CHIEDO PERDONO ("Hellelujah", Jeff Buckley, 1994)

LestoNote

SE MI INNAMORO VI CHIEDO PERDONO
("Hallelujah", Jeff Buckley, 1994)


ATTENZIONE!! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Dalla prossima settimana (lunedì 29 settembre), il blog avrà una nuova veste, una nuova struttura e nuove rubriche quotidiane. Questa è quindi L'ULTIMA PUNTATA di LESTONOTE. 
La rubrica musicale va in letargo e tornerà nella prossima primavera. Grazie a tutti per averla seguita e commentata così numerosi... 
Da giovedì prossimo, in questo spazio LEZIONI MINIME, la letteratura italiana come nessuno ve l'ha mai raccontata! 

Aficionados carissimi,
come avrete già letto da più parti è arrivato il momento di salutarci. O almeno, di salutare questa pagina dedicata alla musica. Dalla settimana prossima infatti, il giovedì, ci sarà un'altra rubrica, e la vostra amatissima LestoNote tornerà in primavera. 
Non si tratta certo di una scelta dovuta al fatto che questa pagina vada "male", anzi, l'articolo di giovedì scorso dedicato ai Modena City Ramblers risulta il più letto di tutta la storia del blog. E' una pura necessità fisiologica, un periodo di letargo necessario per preparare nuove puntate come dio comanda. 
Perciò aspettateci, che torneremo alla grande! 

Intanto però, alla grande vorremmo soprattutto chiudere. Perciò si è pensato di dedicare questa ultima puntata a un pezzo da brivido, una preghiera di speranza e redenzione al tempo stesso. 

L'artista in questione è l'immenso Jeff Buckley, una sorta di "Achille" della storia della musica. 
Il grande Buckley infatti ci ha potuto regalare un solo, splendido album, Grace, datato 1994, quando l'allora trentaduenne Jeff si rivelò al mondo intero in tutta la sua genialità. 
Poi, appena tre anni dopo, dopo un leggendario tour mondiale, proprio durante le registrazioni del secondo album, la morte, tragicamente prematura e tragicamente banale. Nessun mistero, nessun estremismo in stile storia del rock, ma un semplice, assurdo, inconcepibile annegamento. 

Al di là di una vicenda privata così triste, resta un album, Grace appunto, scandalosamente bello, struggente, potentissimo, dove il cantante/chitarrista ci entra dentro con uno stile che, pur riprendendo influenze importantissime e riconoscibilissime (Van Morrison, Bob Dylan, Leonard Cohen su tutti), è personalissimo, inimitabile e insuperabile. 
Un album delicato e prorompente al tempo stesso, dove le tematiche dell'amore e della purezza fanno da padrone assolute. Il disco è un percorso verso una salvezza, una catarsi dell'anima, una pace interiore per un animo continuamente scisso e tormentato, dove in ogni verso la vita sentimentale di Buckley (e in particolare la sua intensa e burrascosa storia d'amore con Rebecca Moore) riecheggia senza guardarsi all'ombelico, ma facendosi tematica universale. 

Un percorso verso la redenzione dell'anima che tocca il suo picco con il pezzo (giustamente) più celebre: Hallelujah
Un pezzo che però non è di Buckley, ma di Leonard Cohen e risalente al 1984. Tuttavia, al di là della differente interpretazione performativa, è proprio dal punto di vista esistenziale che le due versioni sono così diverse da renderle due pezzi distinti e separati. 
Assolutamente "biblica" quella di Cohen, struggente e sentimentale quella di Buckley. 

Buckley ha cantato e interpretato questo pezzo non come un hallelujah per una fede, un dio, un idolo, ma come un inno all'amore, al sesso, alla vita terrena. Un hallelujah dell'orgasmo, come lui stesso ebbe a definirla. 

Perché l'amore è anche dolore, nella gioia, è una felicità così potente che stravolge e fa soffrire. E allora sì, occorre chiedere perdono quando ci si innamora, occorre chiedere salvezza. 
Occorre cantare un hallelujah. 

Altro non diciamo. 
Vi linkiamo il video per riascolarla insieme a noi... 
Per tutti i vostri amori struggenti e meravigliosi... per i vostri hallelujah cantati in nome dell'amore... 




Ciao a tutti, ci rivediamo a primavera,
IL LESTO

Nelle precedenti puntate di LestoNote: 








Opera Omnia, Modena City Ramblers, 1994-2014


mercoledì 24 settembre 2014

TUTTO QUELLO CHE SAI È FALSO (parte seconda)

LESTOrie. In diretta dal Lestobunker

TUTTO QUELLO CHE SAI È FALSO
(parte seconda) 

ATTENZIONE!! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: Dalla prossima settimana (lunedì 29 settembre), il blog avrà una nuova veste, una nuova struttura e nuove rubriche quotidiane. Questa è quindi l'ultima settimana con la consueta programmazione. 

Aficionados carissimi, 
dopo l'articolo di mercoledì scorso, Tutto quello che sai è falso, ci avete scritto in moltissimi, apprezzando l'articolo ma soprattutto invitandoci ad inserire e commentare altri falsi storici clamorosi, in aggiunta ai dieci del post precedente. 
E visto che siamo in un momento di buona, s'è deciso di accontentarvi anzicheno, e così qui nel lestobunker, centinaia e centinaia di chilometri sottoterra, ne abbiamo selezionati altri dieci, altre dieci gigantesche panzane che passano per vere mentre in realtà trattasi di minchiate clamorose. E, visto che come vi si rammentava pure la settimana scorsa il campo è a dir poco sterminato, anche con questa giunta l'elenco resta incompleto e, ovviamente, viziato dai nostri gusti e dalle nostre preferenze. 
Ma basta cianciare, e via con l'elenco in ordine sparso e disordinatissimo... 

IL PICCOLO CAPORALE



Napoleone Bonaparte misurava in altezza esattamente 169 centimetri. Non era certo un gigante, ma oltre a essere - per i tempi ovviamente - abbastanza nella media, non è assolutamente per la sua statura che veniva chiamato Il piccolo caporale
In francesce infatti l'aggettivo petit (piccolo) viene usato in termini affettuosi e non dispregiativi (tanto per dire, il "fidanzato" è le petit ami, il "piccolo amico"). A chiamare il futuro Imperatore dei francesi "piccolo caporale" furono infatti i suoi stessi soldati, durante la campagna d'Italia (1796), sia per la sua giovane età, sia soprattutto per l'affetto e la stima che nutrivano nei suoi confronti. 

A YALTA NON SUCCESSE UN BEL NIENTE
I libri di storia, nel capitolo dedicato alla seconda guerra mondiale, indicano sempre la conferenza di Yalta, in Crimea, nel 1945, tenutasi tra Roosvelt, Churchill e Stalin, come l'origine della futura spartizione del mondo, e quindi origine della Guerra Fredda. 
Si dice che proprio a Yalta furono fissate le future sfere d'influenza delle potenze che si apprestavano, di lì a poco, a vincere la guerra. 
Falso, falsissimo. L'idea della spartizione del mondo, le linee guida della decolonizzazione e quindi l'origine della Guerra Fredda, furono fissate addirittura due anni prima, nel 1943, in un altro incontro tenutosi a Teheraan, dove tra le altre cose definirono lo sbarco in Normandia e le tempistiche della fine della guerra all'asse nazifascista. 
Da dove nasce l'equivoco? In primis dal successo del libro Yalta o la spartizione del mondo, dello storico francese Arthur Conte, pubblicato nel 1970 e immediatamente adottato nelle università di mezzo mondo. Ma soprattutto dallo sdegno del generale francese Charles De Gaulle, che scottato per non essere stato invitato a Yalta, sostenne a lungo che quella conferenza fosse stata l'origine di tutti i mali della storia futura. 

IPSE DIXIT?
Secondo la tradizione nel 1633, Galileo Galilei, a termine del processo intentato nei suoi confronti per eresia dalla Santa Inquisizione, in quanto sostenitore dell'eliocentrismo e del sistema copernicano, dopo essere stato costretto a rinnegare le sue idee per non finire al rogo, avrebbe pronunciato sottovoce la frase Eppur si muove, riferendosi ovviamente al moto della Terra attorno al Sole. 
Anche questo è un falso clamoroso. Galileo, costretto ad abiurare le sue idee, non disse un bel niente. Terrorizzato dalle fiamme del rogo se ne stette zitto zitto e se ne tornò a casa con la coda tra le gambe. 
La leggenda nasce da un'immagine completamente inventata dello scienziato, creata da alcuni illuministi nel '700 che videro nella vicenda di Galileo un simbolo della libertà di pensiero contro l'oscurantismo religioso, dipingendolo così come spericolato e temerario. 
Leggenda che poi è proseguita nei secoli successivi fino ad arrivare al celebre ritratto che dello scienziato fa il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht nella celebre opera Vita di Galileo

LA MORTE DI HOUDINI
Il più grande mago e illusionista di tutti i tempi, Houdinì, non morì affatto sul palcoscenico durante un suo numero.
Più banalmente, e assai meno romanticamente, morì in ospedale a causa di una peritonite. 
Il falso in questo caso è facilmente spiegabile: il film biografico a lui dedicato Il mago Houdinì, del 1953 con Tony Curtis nella parte del mago, si prende la libertà di far morire l'artista durante un numero di magia. Il successo universale del film fece poi il resto. 

IUS PRIMAE NOCTIS
Tutti noi sappiamo, e anche a scuola ce lo raccontano così, che nel medioevo (e pure nei primi secoli dell'età moderna) fosse in vigore in tutta Europa lo Ius primae noctis (diritto della prima notte), una legge tramite cui il nobile del borgo aveva il diritto di passare la prima notte di nozze con le spose novelle, riconsegnandole ai legittimi mariti il giorno successivo. 
Falsissimo. 
Lo Ius primae noctis esisteva, ma si trattava di una tassa che i contadini dovevano pagare al signore affinché quest'ultimo acconsentisse alle nozze. 
Bene ricordare anche che, in tempi come quelli, se un signore avesse voluto possedere una popolana, non aveva certo bisogno di una legge che glie lo consentisse. Semplicemente, se la prendeva e basta. 

LA "PRIMA" DI ROMEO E GIULIETTA
Quando Shakespeare portò per la prima volta in scena la celeberrima tragedia Romeo e Giulietta era giovane e spiantato. I tempi poi, fine '500, erano davvero grami, con i teatri pubblici londinesi appena riaperti dopo mesi di divieto imposto dalle autorità cittadine. 
Ma è completamente falsa e priva di fondamento la storia secondo cui alla prima, nella parte di Giulietta, avesse recitato una donna amata da Shakespeare, mentre lui avesse interpretato la parte di Romeo. 
In Inghilterra infatti, all'epoca, le donne non potevano recitare, regola cui non esisteva eccezione alcuna. In secondo luogo, Shakespeare fu anche attore, ma si cimentò sempre, nelle sue opere, in ruoli secondari. 
La bufala, che aleggia da sempre nell'aria, è stata rinforzata dal film Shakespeare in love, uscito nel 1999. 

IL POLLICE AL CONTRARIO
Non sappiamo da dove tragga origine questa bufala, che oltre a essere colossale è tra le più dure a morire. 
Si dice da sempre che nell'antica Roma, durante gli spettacoli dei gladiatori, e più in generale nei confronti dei condannati a morte, l'Imperatore avesse il potere di deciderne la sorte semplicemente con un movimento del pollice: pollice in alto voleva dire vita salva, pollice verso condanna a morte. 
La verità è l'esatto contrario. Il pollice simboleggiava la spada, perciò il pollice alto stava a significare sfoderare la spada e uccidere il condannato, mentre il pollice verso riporre la spada e salvare il condannato

EINSTEIN CIUCO
Da sempre si racconta come il grandissimo scienziato Albert Einstein a scuola fosse un disastro inimmaginabile, un autentico collezionista di voti scandalosi, specie in matematica. 
Falsissimo. I documenti scolastici di Einstein dimostrano che ebbe un andamento scolastico sempre eccellente. 
L'unica cosa che si rileva in questi documenti è un carattere irrequieto e insofferente alle regole imposte dalla scuola. 

MA COSA DISSE VIRGILIO A DANTE?
Il canto III dell'Inferno, quello degni ignavi e di Caronte, è tra i più celebri di tutta quanta la Divina Commedia. Come tante altre cose scritte dal sommo in persona Dante Alighieri, ha prodotto nei secoli massime e citazioni proverbiali. 
Una in particolare, un verso che dice Virgilio a Dante mentre passano accanto agli ignavi. 
Ebbene, questo celebre passo è citato quasi sempre in maniera sbagliata. 
Non ti curar di loro, ma guarda e passa
Sbagliato, sbagliatissimo. A parte il fatto che in questa forma non sarebbe un endecasillabo (sono 12 infatti le sillabe metriche del verso errato), il verso vero della Divina Commedia recita: 
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa

CHI HA COSTRUITO LE PIRAMIDI? 
Da sempre, complici pure le illustrazioni dei libri di storia a partire dalle elementari, siamo convinti che le gigantesche piramidi egizie le costruissero gli schiavi, costretti a portare enormi macigni sulla schiena sotto i colpi di frusta delle guardie egiziane. 
Sbagliato, sbagliatissimo. 
Gli scavi archeologici effettuati a Giza, portando alla luce tra le altre cose le tombe dei manovali che lavorarono alla costruzione della piramide di Chefren, hanno dimostrato come i costruttori fossero egizi. Visto che gli schiavi in Egitto erano solo stranieri prigionieri di guerra, i manovali dovevano per forza essere liberi lavoratori. 
A conferma di ciò il dato comprovato che per le grandi opere di interesse nazionale veniva salariata la popolazione, e che venivano effettuate nei periodi in cui, ritirandosi le acque del Nilo ed essendo la terra non coltivabile, lavori come questi garantivano alla popolazione introiti necessari alla sopravvivenza. 

E con questo è davvero tutto... 
alla prossima,
IL LESTO

forse potrebbero interessarti anche: 

Tutto quello che sai è falso (prima parte)

Perché le donne vivono più a lungo degli uomini

I titoli più assurdi dei quotidiani italiani

Le dieci domande da non fare mai a uno scrittore

Deliri di scuola - le migliori perle della mia carriera