il
LestEditoriale
CINQUANTA
SFUMATURE DI GRIGIO
È
UNA CAGATA PAZZESCA
Aficionados
belli e cari,
è di nuovo lunedì, tra l'altro il 25 agosto,
perciò che dire, l'estate sta finendo e un anno se ne va, sto
diventando grande lo sai che non mi va.
I Righeira santiddio...
chi se li ricorda? Bei tempi quelli là, gli anni ottanta intendiamo,
che pure se erano oggettivamente anni di merda (gli yuppies, i
paninari, il rampantismo, il riflusso, la Milano da bere e altre cose
orripilanti e disgustose) oggi come oggi ci tocca rimpiangerli lo
stesso e pure chiamarli, per l'appunto, bei
tempi.
Bei
tempi a
confronto di oggi, beninteso. Che a confronto di oggidì, niente
niente, paiono tutti bei
tempi,
nessuno escluso e anni ottanta compresi.
Prendiamo,
che ne so, gli scandali, i turbamenti collettivi e via dicendo.
All'epoca, sempre anni ottanta, al cinema c'era 9
settimane ½ di
Adrian Lyne a tenere banco mondiale con discussioni fiume in tv,
approfondimenti, dibattiti sui giornali e alla radio circa l'età cui
fosse opportuno vietarlo, su quanto fosse effettivamente spinto e
scandaloso e compagnia bella.
Che poi di spinto e scandaloso non
aveva un bel niente, era solo un filmetto patinato del menga con
quattro cosce al vento tanto per alzar su un po' di polverone. Sì,
non valeva proprio un'acca di niente, 9
settimane ½.
Però almeno, cristosanto, c'era Kim Basinger, che quando fa
quello streap con Joe Cocker in sottofondo turba davvero e ti manda
effettivamente al manicomio (e magari le amiche femmine che stanno
leggendo pensano la stessa cosa di Mickey Rourke, quello di allora
ovviamente, non quello grasso e sfatto di oggi). In sostanza c'erano
almeno due attori bravi e affascinanti non dico a salvare, ma almeno
a dare un vago senso a quella pellicolaccia essenzialmente inutile.
Oggi
invece abbiamo Cinquanta
sfumature di grigio,
prima il libro, due anni fa, con trilogia
annessa e connessa, e
adesso pure il film lanciato dalla più colossale e martellante
campagna pubblicitaria della storia.
Per entrambi, libro e film
(e sequel compresi), personalmente non trovo niente di meglio che
fare mio il grido di ribellione di Fantozzi lanciato all'epoca contro
il cinema esageratamente d'essai. L'urlo catartico La
corazzata Potemkin è una cagata pazzesca oggi
mi diventa così Cinquanta
sfumature di grigio è una cagata pazzesca.
Tanto
per cominciare, rispondo in anticipo alla ovvia e sacrosanta domanda
ma
l'hai letto?
Sì, l'ho letto. Tutto quanto, dalla prima all'ultima pagina.
L'ho letto e non l'ho comprato. Era l'estate del 2012 e dopo una
tragica vacanza marittima a Marina di Bibbona (in assoluto la peggior
vacanza della mia vita) dove tra gli ombrelloni non si parlava
d'altro di questo libercolo, mi convinsi quanto meno a dargli
un'occhiata. Esisteva ancora la mitica libreria Edison (o tempora, o
mores), dove sputtanavo gran parte delle mie mattinate di ferie
estive e lì, sui tavolini del primo piano, giorno dopo giorno, ho
letto tutto quanto il
libro che stava sconvolgendo il mondo.
Risultato: l'unico masochismo effettivamente rilevato è stato il
costringermi a leggere quella stronzata galattica.
Perché
sì, non trovo altro modo di definirlo: una
stronzata galattica.
Anzitutto, è scritto male, malissimo. Coi piedi, per non dire di
peggio. Non che sia sgrammaticato (anzi, magari lo fosse...), è
semplicemente il tipico prodotto di laboratorio scritto col bilancino
e con l'intento di fare
cassetta,
senza il minimo accenno di stile
letterario.
E non mi metto adesso a parlare di cosa voglia dire avere un vero
stile letterario e narrativo, il discorso andrebbe troppo lontano, ma
spero abbiate capito cosa intendo.

Parliamo d'altro adesso, perché Cinquanta
sfumature di grigio è
altro.
È prima di tutto una delle tante punte d'iceberg d'una gigantesca
operazione oppio
dei popoli con
cui ci stanno bombardando da anni.
In questo caso l'oppio
è
la necessità
di creare a tavolino uno scandalo.
Ma non uno scandalo vero, di quelli che sconquassano, frullano lo
stomaco come una centrifuga, indignano e portano a una presa di
coscienza. No, parliamo di scandali
di distrazione di massa,
creati in laboratorio proprio per l'obiettivo opposto: non
far
pensare, non
indignare,
non
generare
prese di coscienza d'alcun tipo. Vale a dire, scandali
completamente fasulli.
In
questo senso, Cinquanta
sfumature di grigio è
la bufala più colossale del decennio.
Stanno passando, libro e
film, come le
opere che hanno scioccato il mondo.
Ma andiamo, stiamo scherzando? Non so voi, ma io se associo la
parole scandalo
e
letteratura
mi vengono in mente i nomi di Pasolini, Tondelli, Bianciardi,
Sciascia, Malaparte. Gente che ha veramente
denunciato,
che ha veramente
scandalizzato scardinando
tutte le facciate dell'apparenza svelando il reale volto del Potere,
della Società, dell'Uomo Contemporaneo (tutte ste maiuscole mica
sono a caso...).
Oggi no. Oggi dei reali
meccanismi perversi del potere non
se ne parla e non se ne scrive più. Anzi, no, lo si fa, ma non se ne
vuole
accorgere
nessuno. Oggi relativamente al potere si scrive, anzi si
crea a tavolino per immettere sul mercato un prodotto appetibile,
solo ed esclusivamente di uffici affollati di aspiranti veline e
ballerine che offrono sesso in cambio di apparizioni tv. Oppure di
festini con tanto di baldracche da mille euro a notte.
Oggi per
fare scandalo si inondano le librerie di storie di pornobambine che
si firmano col nome e l'iniziale del cognome, che ci raccontano come
essendo ricche, vuote e trascurate dai genitori, nel giro di un mese
si scopano uomini sempre più maturi e nei peggio modi, fanno pompini
ai professori in cambio di un otto, tirano cocaina, organizzano orge
e si prostituiscono on line. Però poi alla fine capiscono che è
sbagliato e si redimono.
Oppure si centuplicano storie di discese
infernali nell'incubo perverso del sadomaso. Donne normali
e
perbene
che
improvvisamente scoprono il gusto delle manette, die tacchi a spillo
sulla schiena, die giochi estremi, della frusta. Anche qui però poi
alla fine capiscono che è sbagliato e si pentono.
Oggi la realtà,
la vita
vera,
da sempre linfa vitale dell'arte, sono scomparse. Basta con la
tragedia
della normalità (chi
se ne frega?), con la gente che lotta ogni giorno con uno stipendio
da fame, con la disoccupazione, con i figli da crescere, con il
traffico, con i treni in ritardo, con le violenze della strada, col
dramma di non essere capiti, col grigiore della provincia, coi
vent'anni svaniti, con gli amori perduti, con lo squallore d'essere
ignorati da un mondo che conosce solo furbizia e prepotenza.
Niente
di tutto questo. A leggere libri del genere ci sta che qualcuno
s'incazzi davvero. Allora oggi si progetta a tavolino un libro
fintamente
scandaloso
e lo si immette nel mercato come lo
scandalo del secolo.
Allora oggi, si produce Cinquanta
sfumature di grigio.
Prima
il libro. E poi, ovviamente, il film. Film che tra l'altro segna un
record invidiabile: è già un successo ineguagliabile senza nemmeno
essere uscito. C'è stato il trailer, quel
trailer di
cui si sta discutendo da mesi, il trailer che ha scioccato tutti, che
negli Stati Uniti volevano censurare, oscurare, non mandare in onda,
il trailer che risulta il
più visto e discusso della storia del cinema.
Io l'ho visto e... be', se possibile, mi ha fatto un effetto
ancora peggiore del libro.
Se non lo avete ancora visto, andate a
vederlo e poi tornate qui, e commentate con me tale indicibile
e perverso scandalo.
Io però non ve lo linko, il trailer. Mi rifiuto.
Anche
perché a parlare di tutta sta robaccia, alla fine mi s'è ingrossato
seriamente il fegato.
Perciò vado a farmi di corsa un riso in
bianco e vi saluto...
Alla
prossima, amigos...
IL
LESTO
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ti va, dai un'occhiata pure a questi altri articoli del blog:
aspetto lunedì prossimo per: "New Age: Volo c'è!" :)
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