sabato 26 luglio 2014

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE MEDIORIENTALE

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NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE MEDIORIENTALE


Tutto quel che sta accadendo in Palestina questi giorni è spiegabile soltanto se lo consideriamo una specie di scena di uno di quei drammi dell'assurdo scritti da Samuel Beckett, tipo Giorni Felici, Finale di partita o Aspettando Godot, con una struttura circolare e ossessionante, in cui vicende e situazioni si susseguono dando solo l'illusione del cambiamento, ma in realtà si ripetono all'infinito, e al finale si torna al medesimo punto di partenza senza che nulla sia mutato.

Anche a Gaza e dintorni c'è un copione, immutato da decenni, dove gli attori che entrano via via in scena sono sempre gli stessi, una sorta di maschere tradizionali che ripetono sempre e comunque la stessa parte, le stesse battute, gli stessi tormentoni.

Fatto questo, visto cioè il dramma palestinese come un copione immutabile e identico a se stesso nei secoli dei secoli, tutto di colpo si spiega e niente stupisce più.

Non stupiscono le oltre ottocento vittime civili palestinesi, perché è scritto così, deve andare così, fa parte del copione, è già successo uno, due, dieci, venti anni fa, sta succedendo e succederà ancora. E Chabra, Chatila, Jenin, Gaza, non sono altro che tappe della medesima agghiacciante, folle tournée.

Non stupiscono l'escalation di fuoco e violenza messa in atto dall'esercito israeliano, le stragi di centinaia di innocenti catalogate come “errori” militari e la giustificazione di tali atti perché Israele ha il sacrosanto diritto di difendersi. Glie lo assegna il copione tale diritto, lo stesso copione che nega il medesimo diritto ai palestinesi.

Ed anche il valzer di dichiarazioni internazionali è parte integrante, e imprenscinbile, della messa in scena.
Come uno, due, dieci e venti anni fa, gli Stati Uniti dopo aver rivendicato il solito diritto israeliano alla difesa, superata la quota di cinque-seicento vittime, iniziano ad augurarsi il cessate il fuoco, purché siano i palestinesi a mostrarsi ragionevoli e disponibili.
Come uno, due, dieci e venti anni fa, il Papa di turno moltiplica gli appelli alla pace.
Come uno, due, dieci e venti anni fa, la Croce Rossa e altre Ong internazionali chiedono tregue momentanee per prestare soccorso nelle zone dilaniate e insanguinate dal conflitto.
Come uno, due, dieci e venti anni fa, l'Onu avanza il sospetto di violazioni dei diritti umani da parte d'Israele e l'Europa sceglie di astenersi e non prendere posizione in materia.
E come uno, due, dieci e venti anni fa, tra poco scatterà il definitivo cessate il fuoco. Lo spettacolo deve pur finire, il sipario deve pur calare prima o poi. E dopo la fine del conflitto, nell'epilogo, il leader internazionale e superpartes di turno proporrà una road map per risolvere una volta per tutte la questione mediorientale, e da più parti si griderà il principio di “due popoli, due stati”.
Poi si accenderanno le luci e tutto sarà finito davvero, per ricominciare puntualmente tra uno, due, dieci e vent'anni, senza che nulla sia cambiato.
Niente di nuovo sul fronte mediorientale.

Se così non fosse, se non ci trovassimo cioè dentro un dramma beckettiano, magari le cose andrebbero diversamente.
Forse si smetterebbe di invocare la pace, cesserebbero gli appelli astratti al cessate il fuoco lanciati nel vuoto e si interverrebbe davvero per fermare una volta per tutte i massacri messi in atto dallo stato di Israele.
Forse le vittime palestinesi cesserebbero di essere una mera statistica e acquisirebbero un volto, un nome, un cognome. Ma soprattutto l'intero popolo di Palestina avrebbe finalmente un'anima, una dignità e diritto a difendersi.
Forse l'Europa la smetterebbe con l'ignavia e riconoscerebbe all'Onu uno dei principi fondamentali previsti dal suo statuto, vale a dire la promozione e la tutela del rispetto dei diritti umani.
Forse, addirittura, la Palestina avrebbe la terra e lo stato che gli spetta.

Ma, ripeto, siamo a teatro e il copione è già scritto. A teatro le cose devono andare come previsto. Pulcinella deve avere fame, Colombina deve sedurre, Godot non deve mai arrivare, Amleto deve fingersi folle e Otello deve impazzire di gelosia.
E Israele deve avere il diritto di difendersi, gli Stati Uniti devono rivendicare tale diritto, l'Europa deve girare la testa dall'altra parte e i palestinesi devono morire.
Ieri, oggi e domani.

Niente di nuovo sul fronte mediorientale.


IL LESTO

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