il LestEditoriale
DONNE ANTIFEMMINISTE E ALTRE CATASTROFI
Aficionados carissimi, buondì a tutti quanti voi
direttamente dal lestobunker.
Quaggiù, a centinaia e centinaia di chilometri sottoterra
dove ci siamo volutamente rintanati sette giorni or sono, mentre proseguono le
complesse e incasinate operazioni di trasloco e arredamento, si discorre e si
questiona sulla prima settimana di vita del blog.
E discorrendo e valutando tra
il serio e il faceto, il lusco e il brusco, il bau e il miao, siamo contenti
dio bonino. Ma parecchio contenti, che in sei giorni sto blog ha avuto più di
800 visitatori, ché pure se non son numeri da edizioni Mondadori non son
nemmeno noccioline. Anzi, ci paion tanti tanti, perciò grazie, aficionados,
grazie grazie grazie.
E a proposito di visitatori, siccome i potenti mezzi di
google ci permettono di visualizzare nel dettaglio la provenienza geografica di
chi viene a leggiucchiare i nostri scarabocchi, ci fa particolarmente piacere
che molti di voi ci seguano da fuori Italia.
Ci piace tanto sapere ad esempio
che ci leggiate dagli Stati Uniti (in 52, ‘azzarola!), dalla Spagna,
dall’Inghilterra, dalla Germania… ma più d’ogni altra cosa, non se ne abbiano a
male gli altri, ci ha strabiliato sapere che c’è tra di voi una persona che ci
viene a trovare dall’Indonesia. Dall’Indonesia?? Ripetiamo, non se n’abbiano a male
gli altri, ma capite che sta roba qua dell’Indonesia ci ha incuriositi, e
parecchio.
Perciò, caro lettore indonesiano, se sei ancora collegato con noi,
palesati, scrivici, dicci chi sei!
E, ovviamente, oltre a bearci dei lestosuccessi del
lestoblog, si guarda il mondo non da un oblò, ma dalla privilegiata postazione
marziana di resistenza umana permanente e, invece di annoiarci un po’, ci si
ragiona e si dice la nostra.
Che magari di sapere la nostra importa mica a nessuno, ma
noi la diciamo lo stesso, altrimenti che resistenza permanente sarebbe?
Ordunque, tra le follie terrestri visualizzate e apprese
questi giorni qua, quaggiù nel lestobunker ha attirato l’attenzione di tutti
(mia e di tutta la lestobrigata dei lestoinquilini, compreso il Maiale Gigante),
sta storia partita dagli States delle fanciulle antifemministe che si fanno i
selfie con tanto di hastag a mo’ di slogan.
Ora, a colpirci e a stupirci anzicheno, non è tanto
l’assurdità della cosa in sé (se gli operai votano da vent’anni Berlusconi,
perché dovremmo stupirci che le femmine siano antifemministe?), né il contenuto
grottesco degli slogan (alla stupidità siamo parecchio abituati, purtroppo).
Quel che ci colpisce è che sta notizia balza e rimbalza in
continuazione e in ogni dove questi giorni, ma non è propriamente fresca di
giornata. Anzi, a dirla tutta è parecchio stagionata. Vecchia di almeno un par
d’anni.
Ma a parte che due anni fa non c’era il godimento di dire e
scrivere selfie, ché ancora si chiamavano autoscatti e scrivere articoli
intitolati “antifemminismo: dillo con un autoscatto” non è figo quanto
“antifemminismo: dillo con un selfie”, a parte la contraddizione gigantesca
rilevata da Il Fatto Quotidiano per cui se un paio di milioni di fanciulle
possono oggi fotografarsi e lanciare una campagna d’opinione contro il
femminismo, è proprio grazie ai diritti conquistati dal femminismo, ci pare
chiaro come si tratti di una di quelle notizie da bosco e da riviera, per così
dire, buona per tutte le stagioni in sostanza.
Come dire che ogni occasione è buona per ricordare alle
femministe di tacere una volta per tutte, fare mea culpa, deporre le armi e
ammettere che le loro battaglie hanno fatto più danni della grandine.
Non essendo io, sottoscritto lestoscrivente, femmina, non
starò tuttavia a scrivere il perché e il percome ci sia ancora un colossale
bisogno di femminismo nel mondo, un colossale bisogno di battaglia per una
parità di diritti che a mio modesto parere sembra ancora lontana lontana. Molto
meglio di me, lo scriveranno le dirette interessate.
Volendo invece prendere il tutto più in assoluto che nello
specifico, ed essendo il femminismo, in assoluto appunto, movimento di
rivendicazione di diritti, autodeterminazione, spazi e indipendenza, dico che
tutta sta storia qua delle women against feminism rientra nella
gigantesca operazione di progressivo restringimento e colpi di machete
scagliati su qualsiasi gruppo o movimento si muova in questa direzione, la
direzione cioè della ricerca di spazi di dissenso, discussione, approfondimento,
democrazia, diritti, sensibilizzazione.
Un’operazione attiva continuamente e in maniera sempre
crescente. Ma attiva in particolare d’estate, quando la superficialità di
dibattito e informazione, che pure spopola quindici mesi l’anno, raggiunge i
suoi picchi massimi
Allora via libera alla galleria di autoscatti, pardon, di
selfie, dove milioni di giovani donne dicono “io non ho bisogno del femminismo”,
senza soffermarsi su che cosa sia il femminismo, cosa sia stato e, soprattutto,
cosa sia oggi e perché ancora oggi milioni di donne portano avanti determinate
battaglie.
Basta il selfie, l’hastag e il messaggio comodo comodo che,
se a farlo son milioni, ste femministe maledette qualcosa di male l’hanno fatto
per forza. E che in chi spende il proprio tempo nella ricerca di un mondo
migliore e non si accontenta di una società preconfezionata, le rotelle non
sono propriamente a posto.
Poi tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare.
Ché l’estate
ci si diverte, e i rompicoglioni non li vogliamo.
Tra l’altro, manco riescono mai a farsi un’abbronzatura
decente.
Amen.
Vi si ricorda, pour en finir, che sto blog-giornale o
blog-rivista che dir si voglia, dopo una settimana di sperimentazione ha
assunto un verso che, fino a nuovo ordine e nuova comunicazione, resterà
sostanzialmente immutato. Per cui saremo attivi 7 giorni su 7, il lunedì con
l’editoriale, il martedì con le LestOpinioni (approfondimenti su
politica&attualità che però, se l’urgenza del momento lo richiede, possono
pure raddoppiare in altri giorni della settimana), il mercoledì con LESTOrie
(quisquiglie e pinzillacchere d’ogni ordine e grado), il giovedì con le
LestoNote, venerdì coi LestoLibri e sabato con i LestoFilm. Per chiudere in
bellezza con il Diario della Domenica.
E con questo è tutto, aficionados carissimi.
Ricordandovi che se commentate i nostri post non ci fate
altro che piacere, vi diciamo che potete pure scriverci per sottoporci
opinioni, bestemmie, insulti, suggerimenti e quant’altro, a questo indirizzo
mail:
IL LESTO
Ma a queste bimbette che si selfano non staremo dando troppa importanza?
RispondiEliminal'importanza, come ho scritto, non è tanto per loro, quanto per come la notizia venga usata per 'superficializzare' il tutto, e usare tale superficialità per ridurre sempre più gli spazi di confronto libero...
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