martedì 7 ottobre 2014

CARO RENZI TI SCRIVO...

LestOpinioni

CARO RENZI TI SCRIVO...


Egregio Presidente, Spettabile Segretario,
mi permetto di scriverLe alcune mie modeste opinioni su questo piccolo spazio pubblico da me gestito personalmente.
 
A scriverLe, premetto, è un uomo completamente di sinistra, di quella sinistra che lei forse definirebbe barricadera, e che a me invece piace chiamare movimentista. Ex militante attivo di Rifondazione Comunista, tra i fondatori dei Social Forum locali nella corrente Tute Bianche/Disobbedienti, da ormai sei anni ufficialmente cane sciolto e privo di rappresentanza parlamentare.
 
Come avrà senz'altro capito dal mio curriculum politico, sono distante diversi anni luce dal Suo pensiero, nonché in totale dissenso con la Sua recente azione governativa.
Ma non è a Lei in quanto Presidente del Consiglio che mi rivolgo, quanto piuttosto a Lei nella Sua funzione di Segretario Nazionale del Partito Democratico.
Sempre scorrendo il solito mio curriculum, è altrettanto evidente come io sia strutturalmente lontanissimo anche dal Partito Democratico in quanto tale.
In questi ultimi sei anni, Le confesso, come per molti altri compagni ho vagato smarrito tra le nebbiose macerie della Sinistra che fu, sposando sempre meno convinto questo o quell'altro progetto di ricostituzione, oscillando tra Sel e zone limitrofe.
Eppure, strano a dirsi, qualcosa come un anno e mezzo fa mi sono ritrovato molto vicino al partito che adesso Lei rappresenta.
E, mi creda, non è stata una di quelle vicinanze da trincea, da mancanza di alternative, in nome dell'antiberlusconismo o della logica del meno peggio.
Si è trattato di una vicinanza reale, sentita, convinta.
Una convinzione dettata dalla linea politica, dal progetto di Italia di Pierluigi Bersani. E ribadisco linea politica e progetto, non dalla persona in quanto tale (mai creduto, né mai crederò, nei "salvatori della Patria").
Il perché di questa vicinanza è presto spiegata: pur essendo due mondi lontani, quello "moderato" della socialdemocrazia bersaniana e quello della mia storia politica, il progetto dell'ex Segretario del Partito Democratico prevedeva delle linee di azione da intraprendere nel solco dei valori imprescindibili della Nostra Storia, laddove per Nostra Storia intendo storia della sinistra e del centrosinistra.
 
I valori caro Renzi, quei valori che non costituiscono, come Lei sempre più spesso dichiara, un attaccamento al passato, un freno all'innovazione o, peggio ancora, dei paraocchi ideologici.
Sono, al contrario e più semplicemente, il nostro dna, la nostra differenza da una visione del mondo di destra o di centrodestra che dir si voglia.
Le proposte, caro Renzi, nonché le modalità di azione, quelle sì, si aggiornano, si rinnovano, si rivoluzionano in base ai tempi e ai contesti storici e sociali che si vivono. Ma i valori no, quelli restano immutabili.
Rinunciare a se stessi, alle fondamenta della propria visione del mondo, non vuol dire innovazione, vuol dire snaturare la propria essenza. Ed è proprio questo che Lei sta chiedendo in questi mesi al popolo di sinistra: dimenticare chi è e da dove viene.
Ma Le chiedo Presidente: chi non ha passato, come può anche solo pretendere di avere un futuro?
 
Non Le chiedo ovviamente, a Lei che di sinistra non è, e che non è nemmeno di centrosinistra (il centrosinistra per me ha i nomi, e il modus operandi, di Romano Prodi, Pierluigi Bersani e via dicendo... ), di diventarlo, di snaturarsi appunto.
Le sto chiedendo semplicemente più attenzione.
Non Le contesto, come molti fanno da mesi a questa parte, di essere un "Presidente abusivo". Non ha avuto l'investitura del voto, verissimo, ma la Costituzione prevede completamente quei passaggi che hanno portato la Sua persona a Palazzo Chigi.
Vorrei soltanto che si ricordasse che cosa ha reso possibile quei passaggi.
Lei tira sempre in ballo i numeri, Presidente, arrogandosi il diritto di bypassare tutto e tutti in virtù del risultato storico del 41% conseguito alle elezioni europee, contro il 25% di Bersani alle ultime politiche. Complimenti per il risultato, Presidente, ma si ricordi che quel 41%, così come la sua stessa investitura a Presidente del Consiglio, non sarebbero mai esistiti senza quel 25%, senza una coalizione, quella di Bersani appunto, che se pur di poco tornava a battere Berlusconi dopo sette anni.
Si ricordi di quel 25%, e cerchi di rispettarlo, anziché irriderlo e calpestarlo continuamente.
Senza di noi (c'ero anch'io, in quel 25%), Lei oggi non sarebbe al governo. E noi abbiamo votato un programma che Lei non ha alcun diritto di distruggere.
Ero in quel 25% e non ero in quel 41%. Come me chissà quanti. Il PD del 25% aveva 500.000 iscritti, quello del 41% ne ha poco più di centomila.
Numeri che sicuramente non Le interessano. Eppure le chiedo: anche la partecipazione è un paraocchi ideologico da rottamare?
 
Cordiali saluti,
Riccardo Lestini
 
 


2 commenti:

  1. senza contare che il 25% sul 78.18% degli elettori è ben diverso dal 40.81% sul 58.69%

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  2. giustissimo Patrizia... non volevo infierire ulteriormente :)

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